sabato 21 ottobre 2017

Il mondo del lavoro in Italia, situazione sempre più cupa


Da molto sono nel mondo del lavoro, e ancora molto a mio malgrado dovrò rimanerci, in tutti questi anni ho visto cambiare molte cose, dalle varie tipologie dei contratti di "formazione", alla modifica dei contratti nazionali, alla nascita delle Agenzie Interinali, alla specializzazione di certi "mestieri" e molto altro. Alcuni cambiamenti sono stati un bene per il mondo del lavoro, altri meno, altri ancora forse un male, ma probabilmente la cosa che in questo momento mi colpisce personalmente e che se fatta male, diventa un male assoluto per il lavoro nel nostro paese, è lo "svendere" o comunque il cedere le nostre aziende, sul nostro territorio, che nel bene o nel male hanno sempre portato lavoro e guadagni, ad aziende straniere, senza preoccuparsi del futuro dei dipendenti e sopratutto della perdita di aziende Italiane sul suolo Italiano. Alcune aziende si trasferiscono, almeno fiscalmente all'estero per poter pagare meno tasse perchè in Italia non sono più in grado di sopravvivere, quelle che rimangono (ormai molto poche) le facciamo diventare "straniere a casa nostra", non dico che questo sia il male assoluto, però sono azioni che vanno fatte con criterio. Se un'azienda straniera acquisisce e investe in una ditta sul nostro territorio, la migliora, la fa evolvere, modifica in meglio la produzione e le vendite eliminando sprechi inutili, ben venga sono il primo a dirlo. Però queste acquisizioni dovrebbero essere regolamentate meglio, all'estero esistono contratti nazionali per i lavoratori, condizioni salariali e metodi di lavoro che in quel determinato stato possono andare bene, ma qui no. I nostri contratti nazionali dei categoria dovrebbero essere difesi e tutelati appena qualcuno mostra interesse per una nostra azienda, elimina sprechi, taglia il personale in caso di esuberi, automatizza e modernizza certe parti della produzione, però tieni conto del costo della vita nel nostro paese, di come è definito uno stile di vita dignitoso nel nostro paese e sopratutto stai ai nostri contratti nazionali, insomma, acquisti e quindi l'azienda diventa tua, ma sul nostro territorio devi stare alle nostre leggi e ai nostri contratti senza possibilità di discussione. Questo per evitare grossi problemi ad operai ed impiegati della tua "nuova" azienda, persone con esperienza alla quale, nella maggior parte dei casi, grazie alla "protezione" del contratto nazionale, questa esperienza viene giustamente retribuita. Non puoi pretendere di averla, tu nuovo datore di lavoro, se non la riconosci e non la retribuisci. Perchè se non la "paghi" l'esperienza, ti troverai con un'azienda che non farà più ne qualità ne la quantità che faceva prima dell'acquisizione. Qualcuno potrebbe pensare che giunti a questo punto, se fossimo in un mondo ideale, la nuova proprietà potrebbe iniziare a retribuire correttamente i suoi dipendenti, ma non è così, perchè non siamo in un mondo ideale, siamo in Italia, dove oltre a non proteggere i contratti nazionali prima dell'acquisizione, non si pensa neanche alla protezione del lavoro sul nostro suolo nazionale, ovvero la nuova società non ha gli utili che pensava, bene smonta tutto e porta tutti i macchinari e la produzione fuori dal nostro paese, andando in posti dove il costo del lavoro è più basso e dove hanno meno "problemi" nella gestione dei dipendenti, ovviamente lasciando nel nostro paese solo macerie, capannoni abbandonati e sopratutto tante, troppe persone disoccupate. Quale potrebbe essere una soluzione, un controllo accurato dei nuovi acquirenti, la stesura di un'offerta corretta che contiene e garantisce tutela a lavoro, dignità e persone impiegate, insomma nelle offerte devono esserci tutte le garanzie per non creare nuova disoccupazione e sopratutto per non far "sparire" dal nostro paese tutte le grandi aziende che lo hanno fatto crescere in tutti questi anni. La situazione è brutta, gli interessi in gioco sono enormi, ma quello che manca, almeno per me, è un senso di tutela, la sicurezza di avere le spalle protette da chi le spalle dovrebbe proteggerti, manca, non c'è più un senso si protezione, oramai siamo tutti cani sciolti, ognuno pensa per se e deve cercare di sopravvivere. In queste condizioni, muore il senso di tutela, muore il sindacato per i lavoratori, muore la voglia di fare gruppo e questo porta ad un lavoro sempre meno professionale, ad una qualità sempre inferiore dei prodotti, e le nostre eccellenze sono destinate a sparire dal mercato.
Possiamo ancora cambiare le cose, è tardi, ma forse non ancora troppo tardi, ma le istituzioni devono assolutamente fare qualche mossa per tutelare lavoro, qualità, retribuzioni di chi produce, mettendo controllori competenti che sappiamo fare il loro lavoro e che sopratutto abbiano il coraggio di intervenire in maniera rapida appena vedono che certe condizioni basi di lavoro, sicurezza e lavoratori iniziano a cambiare in peggio.
La mia positività mi porta a sperare in una soluzione che possa andare bene a tutti, ma vedendo le cose come stanno per ora vedo solo un periodo oscuro e pieno di compromessi per poter andare avanti, spero, ma sinceramente non ci credo.

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